DON ANTONIO

venerdì 8 luglio 2011

Omelia del CORPUS DOMINI a Stoner 1996

OMELIA NELLA SOLENNITA’ DEL CORPUS DOMINI. STONER 1996

Oggi festa del Corpus Domini ci ricorda da vicino il giovedì santo :l’istituzione dell’Eucaristia , ci ricorda la presenza reale di Gesù in mezzo al suo popolo nei segni del  pane del vino, ci ricorda le feste del Corpus Domini  di non molti anni fa, le processioni, i fiori che i bambini gettavano per l a strada ove passava l’Eucaristia e la gente che si inginocchiava al passaggio dell’Ostensorio, ci  ricorda la nostra prima Comunione : quella prima Comunione fatta con gioia, con attesa, nella semplicità e nella gioia e ci ricorda anche  le tante Comunioni fatte più o meno bene, le tante Comunione fatte nell’incertezza se eravamo in grazia o in peccato, Comunioni fatte con disinvoltura, Comunioni fatte in occasione delle circostanze: funerali o anniversari, ma senza alcuna preparazione o confessione, una Comunione  che invece dovrebbe essere ricevuta dopo una confessione, dopo almeno un ora di digiuno, dopo l’ascolto della Parola di Dio e alcune preghiere, e specialmente ricevuta dopo una solenne professione di fede : l’Amen, parola pronunciata  dinanzi a Gesù presente nel pane e con un gesto delle mani che ricorda la croce.

E’ vero: i cristiani come ADORANO la Santissima Trinità,mistero considerato domenica scorsa, così dovrebbero anche adorare Cristo che viene in noi nella Santa Comunione, e Cristo che è presente nel Tabernacolo tutti i giorni e che noi in ogni momento possiamo incontrare e adorare. Forse era consuetudine d’altri tempi : passare davanti ad una chiesa e fare una preghiera, venire in centro paese e fare una visita in Chiesa ,oggi si passa veloci davanti alle chiese quasi senza accorgersene. E  le chiese ancora aperte nelle ore non celebrative sono  aperte al pubblico per ammirare certe opere d’arte ,valutare lo stile architettonico,e l’arredamento.
Anche questa festa viene a verificare la nostra fede, dovrà stimolare la nostra riflessione e anche la nostra autocritica :il cristiano sa che la chiesa è si la casa del popolo di Dio, ma la casa del popolo di Dio in preghiera e più ancora e prima di tutto la Chiesa è il luogo della presenza vera del Signore.

La liturgia della parola ci porta a tre considerazioni semplici da capire,ma fondamentali :
la prima : la fede nella presenza reale di Gesù nell’Eucaristia, seconda : L’eucaristia  si celebra nella comunità  e forma la comunità, l’’Eucaristia è segno di unità e sospinge alla carità e all’amore verso i fratelli :erano un cuor solo ed una anima sola, uniti nella preghiera, nello spezzare il pane e nella carita’ : così erano le prime comunità cristiane Terza considerazione: l’Eucaristia come viatico, come sostegno nel cammino dell’esistenza.
L’Eucaristia è per eccellenza il mistero della fede-così diciamo subito dopo la consacrazione :mistero della fede. Non per ragionamento, non per evidenza e neppure per i miracoli avvenuti e che ancora avvengono al passaggio di Cristo Eucaristico :pensiamo a Lourdes, o ad Orvieto o tante sante che  si sono nutrite per decenni solo con la Comunione, non per questo, ma per una parola sicura di Gesù: “Io sono il pane vivo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno” abbiamo sentito nel vangelo:Gesù che risponde alla obiezione degli ebrei : “come può darci la sua carne da mangiare ? in verità, in verità : se non mangiate la carne del figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue non avrete in voi la vita”. E qui Gesù non parla per allegoria, per paragoni, per immagini : Gesù in tutto il cap.6 di Giovanni vuole fondare e rassicurare la nostra fede :
chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui.

Anticamente chi non credeva a questa parola, usciva dalla chiesa dopo la proclamazione delle letture. E’ vero che l’Eucaristia non solo irrobustisce e nutre la fede , ma anche corrobora la fede se è incerta e vacillante e sospinge alla fede. Se facciamo fatica a credere ripetiamo come il cieco :”Signore fa che io veda”.

L’Eucaristia è un richiamo alla fraternità,alla carità e all’amore. Ma noi percepiamo questa fraternità quando siamo qui in Chiesa ?Quando  siamo qui in Chiesa per la celebrazione eucaristica,è veramente la nostra Comunione una espressione un segno, una testimonianza di fraternità?.

Il disagio che molti provano e le critiche che molti ci fanno sono proprio in questo punto : noi cristiani, che siamo credenti e praticanti, che frequentiamo la Chiesa e ci accostiamo alla Comunione cosa facciamo per essere coerenti anche finita la Messa, anche dopo la Comunione, anche fuori di Chiesa. Eppure uno che porta in se Gesù perché ha fatto la Comunione si dovrebbe vedere e notare per l’amore verso tutti.
Oggi questa parola vuole essere anche un incoraggiamento :Gesù nell’Eucaristia è il nostro viatico : Colui che ci accompagna e ci sostiene nel cammino della vita. Il profeta Elia cammina per 40 giorni con il pane di Dio, gli ebrei per  40 anni si sono nutriti della manna : questo cibo misterioso, che Dio inviava loro. Per il cristiano il deserto è la vita : tempo della prova, perché Dio vuole sapere quello che abbiamo nel cuore, per farci capire che l’uomo non vive solo di pane materiale. Ecco il pane dei pellegrini,pane degli angeli, ecco l’Eucaristia :cibo che ci da la forza per camminare nonostante le croci e le prove, nonostante il deserto sia grande e spaventoso, sia luogo di tentazioni e di sofferenze, luogo di serpenti velenosi e di scorpioni, terra assetata e senza acqua. Questo non è solo il desero del Sinai è l’itinerario della nostra esistenza.
Un momento ora di silenzio : proviamo riflettere. O meglio proviamo a misurare la nostra fede nell’Eucaristia :sentiamo il bisogno e il desiderio interiore di accostarci alla  Santa Comunione, o ci è indifferente?
Un'altra omelia del Corpus Domini di quest'anno

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