DON ANTONIO

venerdì 22 luglio 2011

OMELIA DOMENICA XIX TEMPO ORDINARIO

La Liturgia delle domeniche scorse ci ha aiutato a riflettere sul Regno di Dio attraverso il racconto di alcune parabole. Ora il messaggio di questa domenica è un messaggio che vuole ravvivare la nostra fede ,che vuole incoraggiarci a non temere le persecuzioni o le bufere della vita, ma a confidare in Dio che è accanto a noi sempre, che è un Dio di Bontà e provvidenza per tutte le sue creature, che è amore per i suoi figli.
Questo è il messaggio delle letture : nella prima si racconta del profeta Elia che incontra il Signore e  nella seconda :la tempesta nel mare di Galilea.
La prima lettura ci presenta la figura del profeta Elia. Elia si trova in una situazione difficile, è sconvolto ed angustiato tanto da augurarsi la morte.  Il profeta sente il dovere dell’obbedienza a Dio e dall’altra parte è minacciato dalla regina Gezabele, che lo sta inseguendo per ucciderlo.
Proprio in questa situazione drammatica per l’uomo di Dio gli appare l’angelo del Signore che lo conforta e gli dona un pane, un pane dal cielo per continuare nel suo viaggio, nella sua missione. Elia sostenuto da Dio riparte e si incammina verso il monte di Dio ,l’Horeb, il Sinai il famoso monte della rivelazione di Dio a Mosè e il dono dei comandamenti.
Elia pensa  di incontrare il Signore come Mosè tra lampi e tuoni, ma il Signore non era nel vento, il Signore non era nel terremoto e neppure nel fuoco : il, Signore, questa volta si rivela nel mormorio di un vento leggero. Questa  lettura  tratta dal primo  libro dei Re ci esorta a cogliere, a percepire la presenza di Dio accanto a ciascuno di noi. Non cerchiamo Dio nelle cose grandiose, noi cerchiamo Dio nei grandi prodigi o nei miracoli.  Non cerchiamo Dio lontano o distante da noi, perché Lui è l’Emmanuele, il Dio sempre con noi tutti giorni fino alla fine del mondo, cammina con noi come lo sconosciuto che cammina con i due discepoli di Emmaus, ci tiene per mano e ci accompagna, anzi è dentro di noi, è la nostra stessa Vita, un cristiano dovrebbe poter ripetere: “non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”.

Alcuni uomini del nostro tempo hanno rinunciato alla ricerca, neppure si domandano dov ‘è Dio, chi è Dio per me, altri dubitano e sono scettici. Ma Dio non è ai margini della nostra vita. Dio non è “un di più” nella nostra esistenza, Dio non è al di fuori della nostra quotidianità o estraneo ai nostri problemi : Dio non dorme mai.
Dio non è lassù nei cieli incurante della sorte e del destino dell’uomo. Dio è in noi, è presente nel cuore e si rivela anche nei piccoli fatti della vita o in piccoli segnali : Dio è Spirito immaginato come un mormorio di vento leggero, e quindi non può essere incontrato, udito e capito se non da coloro che ,nella fede, si sono lasciati forgiare da Lui o da quanti ne sono alla ricerca umile, costante e silenziosa.

IL brano del Vangelo è una catechesi per noi. Non si tratta solo di un racconto di un miracolo di un fatto eccezionale, si tratta di un insegnamento sulla fede. Sempre l’uomo di fede ha conosciuto anche il dubbio, la paura , lo scoraggiamento, gli stessi apostoli dubitano, Tommaso dubita  della  risurrezione di Gesù.
Gli apostoli vedono Gesù camminare sul mare, sono turbati e dicono :è un fantasma, è una illusione.
C’ è ancora qualcuno che pensa alla fede come ad una illusione collettiva, esiste ancora qualche persona debole nella fede che teme che la religione con tutte le sue verità sia solo una suggestione di massa, e c’è anche chi come Pietro,si crede forte nella fede, e vorrebbe seguire il Maestro sulle acque....
Ma gli uni e gli altri, senza la forza che viene da Cristo, gridano   e pregano : “Signore salvaci”.
Gli apostoli devono comprendere che il Signore non dorme ma è con loro , Pietro deve capire che se vuole camminare sul mare deve fare affidamento unicamente in Gesù.


Molti però ancora oggi hanno preferito l’avventura della fede. Dio è Amore, è nella barca con noi. Il silenzio di Dio, il Signore dorme, non sente, si è dimenticato. No Dio ancora parla, siamo noi a non percepire la sua voce,siamo noi che non ci mettiamo in ascolto.  Il Signore dorme, no, siamo noi che noi  che siamo caduti nel sonno di una fede mediocre o spenta “svegliati tu che dormi e Cristo ti illuminera’ ”, il Signore non sente, no siamo noi che non perpeciamo la presenza e la vicinanza di Dio e per questo non gridiamo :”Signore salvami”
Il Signore non delude chi lo cerca con tutto il cuore e lo prega , Gesù stende la mano a Pietro, uomo di poca fede, stende la mano la mano al paralitico e stende la mano a ciascuno di noi,perché ritroviamo ancora una  fede autentica, una fede salda, una fede a prova di uragani.

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