DON ANTONIO

sabato 30 luglio 2011

OMELIA DOMENICA XXXIII TEMPO ORDINARIO


Oggi la parola di Dio ci propone il tema della correzione fraterna cioè l’aiutare un fratello a correggersi.  Ma il tema e la riflessione di questa domenica presuppongono la virtù della carità e dell’umilta’, presuppongono una comunità che viva veramente nell’unità e nell’amore fraterno. Innanzitutto dobbiamo premettere che la Chiesa è una vera famiglia composta non da santi e perfetti, ma da uomini fragili che portano il tesoro della loro fede, il tesoro della grazia in vasi di creta. Lo stesso Concilio dice che la Chiesa è santa nei suoi santi e perché tende alla santità e nello stesso  tempo è peccatrice e in via di purificazione
La Chiesa, la famiglia di Dio, la comunità parrocchiale si costruisce nell’amore  di donazione e nell’unità.
L’unità è anche la parola testamentaria di Gesù : “che siano-i discepoli-una cosa sola come tu padre sei in me  e io in  loro perché il mondo creda che tu mi hai mandato”. La Chiesa però nella sua millenaria storia ha anche conosciuto momenti difficili, ha conosciuto divisioni e scismi. L’unità della Chiesa si costruisce
giorno per giorno  nella carità fraterna e più ancora nell’umiltà.
Solo in una Chiesa che è famiglia, dove ci si ama da fratelli, e dove ci si perdona reciprocamente, dove non si giudica il  diverso, dove non si discrimina e neppure si condanna, dove non si rifiuta e neppure si condanna il  peccatore, solo in una  parrocchia-comunità dove i segni sono veri, dove si  comprende cosa significhi concretamente accostarsi alla Santa Comunione e nutrirsi tutti dello stesso Gesù per formare con Lui un solo corpo, il corpo mistico, e quindi  i segni Sacramentali e Liturgici  hanno un loro significato vitale ad esempio lo scambio del segno di pace.
I responsabili delle comunità, i pastori della Chiesa e poi ogni fedele hanno l’impegno e il dovere di richiamare, di esortare alla riconciliazione, alla fraternità e alla concordia, quando queste sono minacciate.
Questo è il disegno di Dio che troviamo nella Bibbia, quando scelse i  profeti perché fossero in mezzo al popolo come sentinelle che avvertissero e anche correggessero quando ci si allontanava dalla fedeltà all’Alleanza.

Questa è la missione anche del profeta Ezechiele come abbiamo sentito nella prima lettura. Il profeta è colui che parla in nome di Dio, colui CHE DEVE GUIDARE IL POPOLO COME UN PASTORE,  colui che sente la sua responsabilità :” ti ho costituito sentinella per gli Israeliti, se dico  all’empio tu morirai e tu non parli per distoglierlo, l’empio morrà, ma della sua morte chiederò conto a te”. Ezechiele doveva richiamare i giudei deportati in Babilonia tentati dalla disperazione e dalla frantumazione in piccoli gruppi e quindi  con il pericolo di disperdersi.

Dal Vangelo di oggi due riflessioni :
1.la correzione fraterna.
2.il valore della comunità.
Innanzitutto la correzione fraterna. Questa opera caritatevole spetta in primo luogo a chi ha il compito di guide, di pastori, di maestri, e di educatori nella Chiesa e poi anche a tutti  i cristiani in virtù del loro Battesimo.  Quanto è difficile oggi fare anche una piccola osservazione,  e non solo perché si è tutti orgogliosi, permalosi, ma anche perché prima di fare una osservazione bisogna togliere la trave dal proprio occhio per vederci bene , e poi bisogna pregare molto lo Spirito Santo perchè ci suggerisca la Parola giusta, e tutto deve avvenire in un contesto di una comunità ben radicata nell’amore e nello spirito di famiglia.

2 riflessione : il valore della comunita’.”Dove sono due o tre riuniti nel mio nome,Io sono in mezzo a loro” .quindi è certo che la coesione, l’unità dei cristiani e delle Chiese è opera da una parte della conversione dei cuori e dall’altra dall’azione dello Spirito Santa. Quanto incoraggiante e fonte di speranza è la parola di Gesù : “dove due o tre sono uniti nel  mio nome Io  sono presente
A nulla giovano  le nostre intese, a nulla servono  i  nostri umani tentativi per fare unità, inutili tutte le tattiche o le diplomazie per giungere alla fratellanza cristiana, SE NON MERTTIAMO al centro, in primo luogo e  al di sopra di tutto il Cristo.




Queste sono le parole conclusive del vangelo che  ci toccano da vicino.  Tutti
ci scandalizziamo dell’esistenza di tante chiese di denominazione cristiana, ci meravigliamo di certe divisioni storiche avvenute nella chiesa e forse o non percepiamo o ci passiamo sopra a certe divisioni che ci sono nei nostri paesi, nelle nostre parrocchie, nelle nostre famiglie,nei nostri cuori.. divisioni che rasentano la contrapposizione e anche l’odio.
Si  osservano profonde divisioni nella famiglie che  logorano affetti e distruggono pace e serenità, si osservano divisioni nelle contrade  o nei condomini, tra vicini di casa e tra parenti, per questioni di terra, di denaro, di eredità, storie recenti o che si radicano nel passato.
Nonostante queste divisioni, nonostante questi peccati contro la fraternità sociale e cristiana, con tutta naturalezza si va poi alla Comunione che è segno di unita’, ci scambiamo auguri, strette di mano e segni di pace.

Ricordiamoci  che ogni divisione ha la radice nel cuore, è dal cuore dell’uomo che nascono i peccati di orgoglio, di egoismo, di invidia, di maldicenza, è nel cuore che hanno origine i contrasti, le divisioni che spesso si accompagnano a forme di odio e desiderio di vendetta.
Forse avrete anche capito, proprio da queste ultime parole del vangelo, come mai tante e tante nostre preghiere anche recitate in comunità, non sono ascoltate dal Padre che è nei cieli perché ricerca in noi l’unita’. La questione non è numerica dove ci sono due tre riuniti nel mio nome....ma dove i due otre sono un cuor solo e un anima sola.

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