DON ANTONIO

venerdì 15 luglio 2011

OMELIA IV DOMENICA DI PASQUA 1996

Il tempo pasquale è caratterizzato: 
 1.dalle apparizioni del Signore Risorto per confermare la fede degli apostoli. 
2.dall’attesa dello Spirito santo che Gesù avrebbe mandato  dal Cielo per rimanere sempre nella comunità dei discepoli.
3.il formarsi della Chiesa, piccola comunità  degli apostoli con Maria  all’inizio e poi una comunità sempre più grande.
Oggi inoltre è la giornata di preghiera e riflessione per le vocazioni,giornata mondiale che ha come tema :”ho creduto all’amore..eccomi”.
Una riflessione sulle letture e una considerazione sul tema delle vocazioni .Nella prima lettura abbiamo ascoltato la  parola chiara e penetrante di Pietro,ora si alza in piedi è senza paura davanti al Sinedrio,non è più il Pietro che fugge quando vede Giuda e i soldati che arrestavano il Maestro ,un Pietro che ora parla a voce alta e non con quella voce sommessa,quasi impercettibile come quando parlava con la donnetta che gli chiedeva :”sei anche tu uno di loro e Pietro per tre volte rinnegò. Ora Pietro ha il coraggio che gli viene dallo Spirito del Signore Risorto e può gridare parole profetiche per gli ascoltatori di allora e per noi oggi : “pentitevi..salvatevi da questa generazione perversa”.
Facciamo fatica a comprendere pienamente questa conversione di Pietro, che diventa testimone del Risorto  e in un solo giorno si unirono agli apostoli circa 3000 persone. Oggi nella Chiesa si sta riscoprendo  la nuova evangelizzazione come era avvenuta in altre epoche, per alcuni versi, non dissimili dalle nostre. La conversione avveniva per l’annuncio fermo e costante di Cristo Risorto,per una fede che si irrobustiva proprio nelle persecuzioni che provenivano dal paganesimo. Le prime comunità cristiane nell’unione fraterna,nella preghiera,nell’Eucaristia e nella predicazione erano testimonianza dell’opera e della presenza attuale del Signore.
“Andarono via contenti di essere stati oltraggiati per il nome di Cristo e se facendo il bene sopporterete con pazienza la sofferenza,ciò sarà gradito a Dio” così abbiamo sentito nella seconda lettura.

Nel vangelo abbiamo sentito il racconto del buon pastore, vangelo che sempre ascoltiamo nel tempo pasquale.In realtà il vengelo di Giovanni non parla del buon pastore ma del gregge e della porta dell’ovile.
Gesù è la porta per entrare nell’ovile.Gesù dice :” in verità, in verità (ripete due volte la parola  per affermare un principio, una cosa vera sempre e per tutt)i. Nella Chiesa si entra attraverso Gesù che è la Via ,la Verità e la Vita attraverso la fede in Lui e il  Battesimo. Nella vita eterna si entra solo attraverso Cristo :”chi crede in me ha vita eterna” allora si comprende anche perché Gesù parla di una porta stretta per la quale passano solo i poveri, gli umili, i semplici,i puri. Alcuni cercano di entrarvi per vie diverse, ma questi sono ladri e briganti,perché credono in una salvezza al di fuori di Cristo”in nessun altro c’è salvezza,non vi è infatti altro nome dato agli uomini nel quale è stabilito che possiamo essere salvati”.

Gesù è la porta ed è la voce : quella voce che chiamò i primi discepoli :”venite e vi farò pescatori di uomini”. Quella voce che ancora chiama i giovani a lasciare tutto e a seguirlo,una voce sferzante come la voce degli antichi profeti :guai voi scribi e farisei ipocriti ,guai a voi ricchi, guai a voi che ora ridete. Oppure è la voce suadente dell’amico che bussa per chiedere tre  pani ,che chiede un bicchiere di acqua fresca oppure è il samaritano che fascia le ferite o invita all’intimità con Lui” sto alla porta e busso,se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta ,io verrò da lui,cenerò con lui ed egli con me”.
E’ la vocazione : siamo stati chiamati e scelti da Dio per essere suoi figli ,tutti siamo stati scelti alla vita,scelti per essere cristiani. Una scelta personale :chiama le sue pecore una per una.Nessuno può arrogarsi un ministero se non chi è chiamato da Dio.

Tema della giornata vocazionale odierna :”Eccomi”, ecco Signore sono qui davanti a Te, perché ho creduto nell’Amore con il quale mi hai scelto e chiamato.

Gesù è la porta, Gesù è la voce che chiama le pecore,Gesù è una voce che non tutti riescono a captare, ma soprattutto a distinguere da altre voci. E’ un pensiero che è a fondamento del Vangelo e della nostra fede :tra Gesù e il discepolo si crea un legame vitale, come il legame che c’è tra la vite e tralci, e quello che ci unisce è la linfa,come nell’Eucaristia dove si crea tra Gesù e chi riceve la Comunione un legame di esistenza :”chi mangia la mia carne ha la vita di Dio,quella eterna”.Lui camminata innanzi alle pecore e le pecore lo seguono.
Sempre il Signore ha camminato con il suo popolo,quando accompagnava il popolo ebreo come nuvola o fuoco specialmente nel tempo di pellegrinaggio nel deserto, come sostegno al profeta Elia nel suo viaggio ,o come viandante che fa ardere il cuore ai due discepoli di Emmaus. Gli estranei ,i pagani non  conoscono questa voce e quindi non lo seguono ,anzi fuggono via da Lui.

Questa parola evangelica riguarda ogni cristiano cioè  la sua responsabilità perché  scelto dal Signore e perché ha accolto  questa scelta nel Battesimo e negli altri Sacramenti. Siamo noi in grado di percepire  la voce di Dio che ci parla oggi,siamo certi che Lui opera in noi con il suo spirito Santo ? Dio chiama anche oggi a seguirlo nella via consacrata, ma pochi sono quelli che accolgono la sua chiamata ,e non addossiamo le colpe solo alla società, solo al paganesimo oggi imperante,ai massmedia o al benessere.
Esiste una responsabilità dei cristiani,delle comunità cristiane non più testimoni : testimoni di preghiera,di amore fraterno, ma spesso pervase di  ipocrisia, di esteriorità e di ritualismi. Una vita cristiana tanto vuota di “ annuncio” e di “fede autentica e provata “ e invece tanto piene di affarismi.di tradizionalismi di giudizi ,di pregiudizi e di condanne per i “diversi”. Come può una Chiesa locale, come madre,far che si sviluppi il germe della vocazione, quando ognuno vive il cristianesimo a suo modo, quando i cristiani sembrano anche vergognarsi della loro vocazione, quando si è cristiani in chiesa e poi fuori  di Chiesa : in famiglia,nel lavoro si annunciano verità contrapposte ?
Oggi più che mai è necessario il discernimento,che ci viene dallo Spirito Santo,per comprendere dove, come, e in chi parla ancora oggi il Signore, questo dice l’apostolo Paolo :”Lo Spirito dichiara apertamente che negli ultimi tempi alcuni si allontaneranno dalla fede, dando retta a spiriti menzogneri e a dottrine diaboliche
sedotti dall’ipocrisia di impostori già segnati a fuco nella loro coscienza”.

Nessun commento:

Posta un commento