DON ANTONIO

domenica 24 luglio 2011

OMELIA PER BARZAN LUIGIA

L'omelia è un nomento importante della Liturgia perchè si fa una riflessione sulla Parola di Dio, sulle letture ascoltate,perchè tutta la comunità è invitata a meditare su quello che il Signore ci vuole dire con la sua parola. L'omelia non è un commento sulla vita della persona defunta o un panegirico cercando gli aspetti positivi e le virtù e trascurando il resto e non vorrebbe  essere neppure una vuota ripetizione di luoghi comuni, di frasi fatte. L'omelia si inserisce nel contesto di una celebrazione sacra,nel rito di un sacramento comprensibile solo nella comune fede nel Signore Risorto.

                                                                                  Tutti possono confermare le doti e le virtù umane di Luigia,il suo amore per la famiglia, il lungo e faticoso lavoro per  crearsi un pò di benessere dopo decenni di stenti,di fame e miseria,la dedizione alla casa, al marito ai figli.Tutti ricordiamo  il grave contraccolpo  fissico e spirituale quando il marito ebbe un  pauroso incidente  stradale. Ma anche tra vicende alterne,tra fatti più o meno incresciosi della vita seppe mantenere ferma la sua fede e sopratutto la sua pratica religiosa.
Ha vissuto con dignità e tanta forza il calvario della malattia, un calvario che è stato lungo e doloroso,con momenti di ovvio scoraggiamento e momenti anche di speranza,infatti pensava,credeva di poter tornare a casa,pensava di poter vivere tra i  suoi familiari la prossima Pasqua di Risurrezione, invece anche lei è stata chiamata dall'Onnipptente a celebrare la sua Pasqua nel regno dei cieli.

Forse ora sto riproponendo affermazioni gìà fatte in altre omelie,ma certamente riaffermiamo una verità  :  Luigia è vissuta nella  fede della tradizione,una fede semplice e forte,una fede  tramandata  in famiglia e mai messa in dubbio,solo in quest'atmosfera di fede si comprende la  sua cristiana rassegnazione alla malattia e al dolore.Nell'ultima volta che l'ho incontrata all’ospedale  assieme abbiamo pregato,abbiamo pregato la Madonna anche con altre ammalate della sala e anche con gli infermieri presenti.
Mi manifestò il suo scoraggiamento, l'avvilimento,l'umano sconforto di chi è da molto lontano da casa,in un ospedale e perpisce che la malattia progredisce,  e tutti leggevano nei suoi occhi che il termine dei suoi giorni era segnato.

Noi siamo invitati alla speranza,siamo invitati alla fede in Cristo Risorto che ci assicura che Luigia è
entrata ella vita eterna,in quella vita che non ha  tramonto.
In ogni omelia cerchiamo anche di vedere quali insegnamenti ci vengono dalle letture e anche dalla vita della sorella defunta. Innanzi tutto direi un richiamo alla spiritualità,un
accorato richiamo e monito alla fede,alla vita cristiana,alla pratica religiosa.

IL Vangelo che  abbiamo letto è chiaro:”oggi sarai  con me im paradiso”.Davanti a noi la bara della nostra sorella Luigia,davanti a noi un contenitore in legno che raccoglie le spoglie di una nostra sorella,davanti a noi credere che tutto sì concluso con quella bara che sara deposta in cimitero oppure credere nel cero  ppasquale che fra pochi giorni sarà esposto in Chiesa accanto all’altare da Pasqua fino alla Pentecoste. Tutto è un segno che Cristo è risorto dalla morte,dalla bara ,dal sepolcro. è Lui l’Alfa e l'Omega, Alef e Tau, la A e la Z cioè l'inizio e la fine di tutte le cose dell'universo e del mondo.

                                                                       Come deve essere davvero triste quella persona o quel cilma familiare quando si vive solo di materialismo, di consumismo,quando  la vita è confinata e relegata nell'ambito di questa terra,quando specialmente sorgono interrogativi e domande sul come e sul perchè si muore. Perchè ora,perchè dopo una  lunga malattia,perchè dopo un calvartio simile...quanti perchè. Noi vediamo,leggiamo,interpretiamo solo il di sotto o il retro di un ricamo, quel ricamo che Dio intesse con la storia degli uomini,nonostante l'opposizione di satana e dei suoi alleati.

Nella logica di Dio nulla avviene per caso,per destino,per fatalità:è giunta alla sua ora,l'ora del ritorno a Dio e quest'ora non si misura con il numero degli anni o dei giorni,perchè Dio misura la nostra vita non con il criterio del tempo o delle grandi opere,ma con la sua Provvidenza.


Ricordate il vangelo di alcune domeniche fa:a Gerusalemme era caduta una torre e 18 persone erano rimaste sepolte ;Gesù risponde ai farisei che quelli che erano morti non erano più colpevoli degli altri,perchè tutti erano e siamo peccatori.”Ma se non vi convertite perirete tutti allo stesso modo”.
Noi ancora in pellegrinaggio verso l'etrenità, abbiamo un dovere nei confronti dei notri fratelli e sorelle che ci lasciano,abbiamo il dovere della preghiera.Presso Israele la preghiera per i defunti equivaleva ad un operra di digiuno o di elemosina. Un ultimo pensiero,anche perchè altre persone imitino l’ esempio di Luigia un esempio di amore e dedizione per la Chiesa,era sempre disponibile all'umile servizio di pulizie in  Chiesa o per i vari aiuti in parrocchia.

Nessun commento:

Posta un commento