DON ANTONIO

mercoledì 20 luglio 2011

ULTIMA DOMENICA DI AVVENTO 1996

Ultima domenica di Avvento  siamo  ormai alle porte del Natale, martedì è la vigilia , si prepara lo spirito a questa solennita’,  si prepara  il cuore con la preghiera, con il raccoglimento, e con una confessione Sacramentale. Sarebbe infatti contradditorio e contrario allo spirito del Natale, venire a messa, darci un segno di pace e di riconciliazione, senza che  questo gesto sia PRECEDUTO e ACCOMPAGNATO  DA UNA REALE RICONCILIAZIONE con il Signore e con il nostro prossimo.
Se siamo ancora nei nostri peccati non possiamo certo augurarci un felice natale o vivere serene feste natalizie perché il peccato è tristezza, il peccato crea nel cuore la vera infelicità. Perché il peccato lascia il vuoto, un senso di inquietudine. La  Bibbia descrive bene il peccato ad esempio quando racconta l’episodio di Adamo ed Eva che, nudi, fuggono da Dio, o l’episodio di Caino che  si ritrova fuggiasco e vagabondo  dopo aver ucciso il fratello. Gesù nel vangelo di Giovanni afferma che il peccato conduce alla morte e il peccato ha come padre e origine il diavolo.

Forse comprendiamo quanto sia importante la confessione per ritrovare noi stessi, per ritrovare il  nostro equilibrio spirituale. E’ l’invito della Chiesa PER UNA CONFESSIONE DEI PECCATI , PER UNA PURIFICAZIONE interiore. Le letture ci vogliono  oggi presentare la figura di Gesù nella  sua concretezza
. Nella prima lettura tratta dal secondo libro di Samuele si parla del profeta Natan  che proclama la famosa profezia riguardante il regno di Davide 1000 anni prima di Cristo.
Davide fu un grande re in Israele e proprio dalla sua discendenza venne Gesù.  Durante il regno di Davide ci fu un tempo di pace  e di prosperità per Israele e  suo figlio Salomone si dedicò alla costruzione di un Tempio all Signore.

Il profeta Natan predice a David che non sara’ lui a costruire il Tempio di Gerusalemme ma il Signore stesso  costruira’ il Tempio  donandogli una dinastia ed un trono eterno.
Nel Vangelo abbiamo sentito  il racconto del compimento della profezia di  Natan : Gesù  che nasce dalla Vergine Maria è sulla linea dinastica di David , Dio gli darà il trono di Davide suo padre  e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe. Queste parole sono inserite nel contesto dell’Annunciazione che abbiamo sentito anche in occasione della festa dell’Immacolata.
Non vogliamo soffermarci sulle virtù di Maria, sulla sua fede, sulla sua semplicità e soprattutto sulla sua disponibilità a compiere la volontà di Dio, già ne abbiamo parlato .

Oggi, ad alcuni giorni dal Natale vogliamo prepararci ad accogliere la venuta di Gesù tra noi, l ‘ Emmanuele, il Dio con noi. Certamente anche  Maria  si sarà preparata all’evento della nascita e avrà meditato nel suo cuore come poter accogliere fra le sue braccia il figlio di Dio. Prepararci ad accogliere la nascita di Gesù nel nostro oggi, nella nostra vita oggi non è un puro e semplice ricordo di una nascita avvenuta tanti secoli fa.
Oggi cosi invischiati da tante cose, così suggestionati  dalla realtà sensibile e materiale, ci riesce molto difficile pensare e capire come Cristo possa nascere in noi, e che senso abbia  una tale frase, e perché Cristo debba nascere in noi, anche se spiritualmente, e poi se viene  in noi: quali doni viene a portarci, quali cose viene a regalarci, quali promesse viene a farci?
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Cari fedeli  dobbiamo in questi giorni  fare spazio a Cristo, far spazio a Cristo nella nostra vita spesso troppo ingombrata di cose importanti da fare, di lavori che assolutamente si devono eseguire, far spazio a Gesù che nasce vuol dire anche estirpare da noi l’orgoglio, la presunzione, l’egoismo, l’ipocrisia, si tratta in fondo di eliminare il peccato per intraprendere  un cammino di vera conversione a Cristo.
Cristo deve prendere il primo posto nella nostra vita ,diventi Lui il centro e il punto di riferimento della nostra vita e della nostra giornata, incominciamo a spalancare le finestre del nostro cuore,  del nostro spirito, perchè entri in noi la luce che è Cristo Signore.

Per accogliere Gesù è necessario ancora mettersi in un  vero e concreto atteggiamento di umiltà, di ascolto della Parola di Dio e di obbedienza piena alla sua volontà



“Eccomi sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. Maria  è per tutti noi un modello e un esempio di vita consacrata a Dio, di vita pronta donazione  alla sua volontà.
Quante volte abbiamo sentito queste esortazioni, quante volte abbiamo sentito l’invito di Giovanni Battista  a preparare le vie al Signore, quante omelie per   sollecitare ad una accoglienza evangelica del Messia oggi.                                                                                                                                                              Il Signore nasce quest’anno, ancora una volta, per essere accolto e ricevuto, noi non dobbiamo solo essere spettatori del Natale, magari tra quelle persone che saranno presenti alla Messa di mezzanotte, facendolo forse solo per tradizione, per guardare il vestito a festai, scambiarsi un sorriso e magari un abbraccio e un augurio. Il Signore continua a bussare alla nostra porta, alla porta del  nostro cuore, e questo lo sta facendo magari da anni , attende una risposta, attende una  porta aperta, attende un amen, un si e allora il Natale troverebbe in noi il suo compimento.                                                                                                                                                                                                                                                                            

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