DON ANTONIO

martedì 16 agosto 2011

OMELIA DOMENICA II DI QUARESIMA ANNO B LA TRASFIGURAZIONE

Oggi è la seconda domenica di quaresima chiamata” la domenica della trasfigurazione” perché ci parla di  Gesù trasfigurato che cambia di aspetto, appare non come un povero predicatore itinerante o la vittima sacrificale, ma appare come il Glorioso ,il Risorto.
Questa parola  non si discosta dal tema fondamentale  della quaresima cioè  dal tema della conversione perché in una persona la vera conversione produce trasfigurazione, la persona che si allontana dal male e dal peccato e cambia vita  assume un volto nuovo, inizia una vita nuova, pensiamo ai grandi convertiti come  San Paolo , Sant’Agostino e tantissimi altri convertiti , anche nelle nostre parrocchie.
Conformandoci alla Parola delle Sacre Scritture parliamo di  vere e autentiche conversioni, non parliamo dei convertiti o  pentiti per necessità contingenti o per convenienza o per interesse.

La prima lettura tratta della genesi racconta l’episodio, forse quello principale della vita di Abramo. Dio vuole verificare e mettere alla prova la fede di Abramo, per vedere o meglio per mostrare a tutto il popolo ebreo ed anche per essere di esempio a tutti gli uomini, se davvero Abramo amava il Signore più di tutte le cose che possedeva  ed anche più delle persone più care , come il figlio:  “ prendi tuo figlio, il tuo unico figlio che hai e sacrificalo sul monte Moria”. Solo una grande fede e un grande amore per la Voce di Dio  potevano spingere Abramo ad accettare  questa sua volontà, questa croce così assurda da richiedere il  sacrificio del figlio al Signore.
Per amore a Dio Abramo è pronto anche  a rinunciare al proprio figlio. Naturalmente il dramma si conclude positivamente, Dio non vuole la morte dei suoi figli, ma solo  sperimentarne la  fede.

Il brano evangelico  di Marco è il racconto della trasfigurazione. Gesù sale sul monte Tabor con tre dei suoi apostoli e davanti a loro cambia di aspetto: le vesti diventano bianchissime e luminose. E’ l’esperienza anticipata della Risurrezione, è la pregustazione della Pasqua  come momento di luce e di gloria.
Gesù mostra ai tre apostoli di non essere il semplice predicatore o il guaritore, ma di essere Dio. E il Padre dal cielo conferma. “Ascoltatelo. Questi è il Figlio mio prediletto”.

Questo episodio della trasfigurazione, esperienza di gloria e di paradiso, è certamente di aiuto agli apostoli, come deve essere  di aiuto a tutta la comunità dei discepoli, per camminare con forza, con fede e tanta speranza attraverso le croci. La trasfigurazione di Gesù sul monte conferma  la fede degli apostoli e li  rende pronti  e capaci di   affrontare lo scandalo della passione e del venerdì santo.

Questa parola  è un insegnamento anche per noi oggi: anche noi siamo in attesa della trasfigurazione del cosmo, siamo in attesa di una trasfigurazione  che trasformi davvero la nostra vita presente  e ci migliori come cristiani più autentici e più coerenti.

Stiamo vivendo la nostra vita tra prove sempre più laceranti e dolorose, in una società che sta perdendo i valori e i  punti di riferimento  e sta creando a se stessa  croci sempre più pesanti  e un futuro sempre più incerto, nebuloso . Il male è  una realta’così comune , invadente e persuasiva che: disonestà, falsità,egoismo,  e  tutti i mali che stanno dilagando  e imponendosi sembrano e appaiono come qualcosa di normale o di ineluttabile come qualcosa di connaturale alla storia.
Questa realtà di “male” sta provocando nel cuore di tante persone: insicurezza, inquietudine e uno stato di  tristezza e infelicità.
Chi fa con lucidità  una analisi dettagliata dei mali della nostra società potrebbe concludere necessariamente con valutazioni pessimistiche  e sentimenti di impotenza o peggio di disperazione.

Il cristiano, il discepolo di Cristo cosa può e cosa deve fare di fronte a  questa realtà del male?
Dobbiamo fare una sincera riflessione, dobbiamo fare una diagnosi vera e profonda del male attorno a noi e dentro di noi, dobbiamo  prendere coscienza di questa enorme onda di male manifesto od occulto. Due conclusioni in particolare:
-l’invito al rinnovamento interiore, alla conversione, al novità della vita e alla confessione,
perché nasca con l’aiuto del Signore un mondo nuovo e trasfigurato. Perché gli uomini diventino  uomini nuovi è necessario partire dal cuore di ognuno di noi.
E’ solo una illusione pensare  che un cambiamento delle strutture e uomini diversi siano bastanti per un radicale rinnovamento della chiesa e del nostro vivere da cristiani.  Si tratta invece di iniziare quell’azione non certo indolore che si chiama estirpare  e togliere la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita che ha sede proprio nel nostro cuore.

 In secondo luogo  bisogna vivere  in modo che Dio ,il  Signore, venga prima di tutto e di tutti e sia anteposto anche agli affetti più cari, come ha fatto Abramo con il figlio Isacco, ma non per perderli ma per ritrovarli in una nuova e più autentica dimensione. Il Signore non ci comanda di mettere ai margini le cose o gli affetti più cari, ci invita solo a mettere le cose e  le persone in una giusta scala di precedenze e allora Dio è innzitutto come il Creatore e Padre e in Lui ritrovano una dignità più grande gli affetti e un significato più vero anche le cose di ogni giorno. Se questo tentiamo di fare nella nostra vita faremo l’esperienza tangibile della trasfigurazione.

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