DON ANTONIO

venerdì 12 agosto 2011

OMELIA DOMENICA XXII ANNO B TEMPO ORDINARIO

Oggi i testi della Liturgia ci aiutano a riflettere sulla nostra  moralità, ci aiutano a fare un esame di coscienza sulla nostra vita concreta alla luce della Parola di Dio.
Forse ci riteniamo buoni cristiani magari solo  perché praticanti e fedeli alle tradizioni, ma forse mai abbiamo cercato una verifica completa e coraggiosa del nostro vivere alla luce di quello che Gesù ci ha rivelato , non in base alle nostre opinioni o al  nostro cosiddetto “buon senso”.

La prima lettura è un brano dal Deuteronomio, Deuteronomio vuol dire “l’altra legge”, un libro che è una riflessione sull’Esodo, sui comandi e le leggi che il Signore ha dato al suo popolo. Il brano riporta il testamento di Mosè, le ultime parole e istruzioni di Mosè prima della sua morte e prima dell’entrata nella terra Promessa. Mosè sa che non entrerà nella terra promessa, e che la vedrà solo da lontano perché anche Lui è stato disobbediente ai comandi del Signore e allora rivolge un accorato appello al popolo, un appello profetico perché mettano in pratica le leggi date dal Signore.
“Ascolta ,Israele- Mosè inizia  con queste parole come inizia la famosa preghiera di Israele anche ai nostri giorni,lo “Shema’”- “ascolta Israele le leggi e le norme che io vi insegno perché le mettiate in pratica,perché viviate ed entriate in possesso del paese che il Signore sta per darvi.
A questo corpo di leggi non aggiungerete nulla e non toglierete nulla, ma li metterete in pratica da uomini saggi e sapienti”.

Gesù nel Nuovo Testamento non toglie nulla da questa legislazione della Prima Alleanza. non toglie neppure una iod, cioè la lettera più piccola dell’alfabeto ebraico, che assomiglia ad una virgola, Gesù non è venuto per togliere la Legge data da Dio nell’A.T. ma per dare compimento pieno e completo.
“Beati quelli che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica:
La fedeltà all’alleanza vuol dire fedeltà al Signore che ha donato questi comandamenti e allora la fedelta’ alla Legge diventa anche un segno di luce per i popoli vicini ,per i popoli stranieri, i i quali diranno: “questo è il solo popolo saggio, che ha un Dio vicino a se, un Dio vicino ogni volta che lo invoca”.
Queste parole le  che dirà anche Gesù ai suoi discepoli, al suo popolo quando è fedele alla religione che professa: “voi siete la luce del mondo, gli uomini vedranno le vostre opere buone e renderanno gloria al Padre vostro che è nei cieli”.
Anche Gesù è un ebreo e faceva parte della setta  dei farisei, ma critica l’atteggiamento ipocrita di alcuni di loro. Gesù rimprovera questi farisei di aver pervertito la religione dei padri, di aver abbandonato con il   tempo il senso vero e spirituale di certe  pratiche, di certi riti e di aver anteposto alla legge di Mose, alla legge del Deuteronomio una legge umana. “Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me”.

Gesù più volte indica l’ipocrisia e la falsità come il peccato più grave,ma  perché?
Perchè amano apparire,desiderano essere ammirati e considerati come dei perfetti esecutori della Legge. Quindi non è credibile la loro testimonianza perché non è supportata e non è convalidata da convinzioni interiori.
In questo modo certi farisei pur apparendo agli occhi di tutti come dei bravissimi osservanti della legge di Mosè, in realtà sono infedeli all’alleanza e tradiscono la loro religione e la loro morale perché la pratica non ha radice nel cuore:” amerai il Signore con tutto il tuo cuore”.
Quindi anche certi farisei  dovevano osservare la legge per amore di Dio e principalmente non per le convenienze sociali o per apparire.

Queste parole di Gesù non si addicono forse anche a certi nostri atteggiamenti? Talvolta popolo onoriamo Dio con le labbra  ma il suo cuore è lontano . Dal cuore che nascono cose buone e cose cattive: escono prostituzioni, furti, omicidi ed escono anche cose buone:giustizia,pace,fraternita’,riconciliazione.
Gesù non si attende dei cristiani perfetti o  santi, infatti Lui è venuto proprio per i peccatori, ma si asperra dei cristiani convinti, non si attende degli scrupolosi osservanti della legge ma degli autentici testimoni della verità. Gesù mai pronuncia la parola “ guai” ai peccatori, guai alla samaritana, guai al figlio prodigo… ma la pronuncia solo e unicamente a riguardo di quei farisei che ostentavano perfezione di vita e dentro , nel cuore erano sepolcri imbiancati.
S.Giacomo nella seconda lettura ci ricorda la nostra vocazione:” siate di quelli che mettono in pratica la Parola e non soltanto  ascoltatori, non solo spettatori , illudendo voi  stessi”.

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