DON ANTONIO

sabato 17 settembre 2011

OMELIA DOMENICA XIX ANNO A

La Liturgia delle domeniche scorse ci ha aiutato a riflettere ,attraverso il racconto di alcune parabole ,sul regno di Dio. Ora il messaggio di questa domenica è un messaggio che vuole ravvivare e rafforzare la nostra fede ,
Un messaggio che vuole incoraggiarci a non temere le persecuzioni o le bufere della vita,
ma a confidare in Dio che è accanto a noi sempre, che è un Dio di Bontà Infinita e Provvidenza inimmaginabile per tutte le sue creature, un Dio che è amore per tutti i suoi figli.

Questo è il messaggio delle letture :
1. il profeta Elia che incontra il Signore,
2. la tempesta nel mare di Galilea.

La prima lettura ci presenta la figura del profeta Elia. Elia si trova in una situazione difficile, è sconvolto ed angustiato tanto da augurarsi la morte. Il profeta sente però il dovere dell’obbedienza a Dio e dall’altra parte è minacciato dalla regina Gezabele, che lo sta inseguendo per ucciderlo.
Proprio in questa situazione drammatica per l’uomo di Dio, gli appare l’angelo del Signore che lo conforta e gli dona un pane, un pane dal cielo, per continuare nel suo viaggio,per continuare nella sua missione. Elia sostenuto dal pane donato da Dio riparte e si incammina verso il monte di Dio ,l’Horeb, il Sinai ,il famoso monte della rivelazione di Dio a Mosè e il dono delle tavole dei comandamenti.
Elia pensa di incontrare il Signore come Mosè tra i lampi e i tuoni, ma il Signore non era nel vento, il Signore non era nel terremoto e neppure nel fuoco , il, Signore, questa volta si rivela nel mormorio di un vento leggero. Questa lettura tratta dal primo libro dei Re ci esorta a cogliere, a percepire la presenza di Dio accanto,dentro a ciascuno di noi.
Non cerchiamo Dio nelle cose grandiose, non cerchiamo Dio nei grandi prodigi o nei miracoli,nelle apparizioni, non cerchiamo Dio lontano o distante da noi, perché Lui è l’Emmanuele, il Dio sempre con noi tutti giorni fino alla fine del mondo,il Signore cammina con noi come lo sconosciuto che camminava con i due discepoli di Emmaus,un Dio che ci tiene per mano e ci accompagna, anzi è un Dio che è dentro di noi, è la nostra stessa vita, un cristiano dovrebbe dire : “non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”.

Alcuni uomini del nostro tempo hanno ormai rinunciato alla ricerca, neppure si domandano chi è Dio per me? oppure dov’è Dio,dove o in chi lo posso incontrare?, altri dubitano e sono scettici,agnostici, altri ancora stanno aspettando da Dio un segnale, una risposta visibile, concreta, sensibile. Ma Dio non è ai margini della nostra vita,non è fuori dagli avvenimenti della storia. Dio non è un di più nella nostra esistenza, Dio non è al di fuori della nostra quotidianità o estraneo ai nostri problemi : Dio non dorme,
Dio non è lassù nei cieli,lontano, incurante della sorte e del destino dell’uomo. Dio è in noi, è presente nel cuore e si rivela anche nei piccoli fatti della vita e in piccoli segnali , Dio è Spirito ,immaginato come il mormorio di un vento leggero, e quindi non può essere incontrato, udito e capito se non da coloro che ,nella fede, si sono lasciati forgiare da Lui o da quanti ne sono alla ricerca umile, costante e silenziosa.

IL brano del Vangelo è una catechesi per noi oggi. Non si tratta solo del racconto di un miracolo, di un fatto eccezionale,ma si tratta di un insegnamento sulla fede. Sempre l’uomo di fede ha conosciuto anche il dubbio, la paura , lo scoraggiamento,le tentazioni, gli stessi apostoli hanno dubitato della Risurrezione,della Messianicità di Gesù, Tommaso ha dubitato finchè non ha visto e toccato con le sue mani.

Gli apostoli che vedono Gesù camminare sul mare, sono turbati,non vogliono credere ai loro occhi e dicono :è un fantasma, è una illusione.
Ancora,gli li apostoli devono comprendere che il Signore sulla barca e con il mare in tempesta non dorme ,ma è con loro poi Pietro deve capire che se vuole camminare sul mare e andare incontro a Gesù deve fare affidamento unicamente nel Maestro.

Questa parola di Dio ha dei riferimenti concreti anche all’uomo del nostro tempo. Alcuni ammagliati dalle sirene e dai miraggi del consumismo moderno ,inebriati dalle cose e alla ricerca di nuove e tante cose, storditi dal frastuono di tante voci e rumori hanno perso la visione e la prospettiva del soprannaturale. Tra questi alcuni si sono lasciati sedurre dagli slogan di alcune sette, di nuove religioni , di nuovi culti e divinità, incantati da falsi profeti che propongono sempre facili soluzioni, pronte risposte e paradisi a buon mercato..molti hanno smarrito il punto di riferimento, la stella polare della loro vita che è Cristo Signore, unica pietra angolare senza la Quale non si costruisce l’edificio di una esistenza tranquilla, alcuni impauriti talvolta dal vento contrario, dalla tempesta, dalla violenza della tempesta,
cioè turbati e angosciati da certi fati della vita : delusioni, malattie, incomprensioni, difficoltà familiari ecc..
sono caduti in un dubbio profondo e si rassegano e vivono nella totale indifferenza a tutto, oggi pochi si interrogano ancora : che ci sia veramente un Dio buono e provvidente di fronte a tanto male ? E come Dio potrebbe essere buono e giusto quando ci sono ancora nel mondo tanti mali, tante ingiustizie, tanta violenza ? Questi alcuni “pochi” ormai , con questo atroce dubbio, hanno preferito rimuoverlo e preferiscono vivere alla giornata senza porsi alcun interrogativo.

Grazie a Dio molti però hanno preferito l’avventura della fede. Hanno sperimentato che Dio è Amore,che è nella barca della vita con noi. Il silenzio di Dio,non dicono più il Signore dorme, non sente, si è dimenticato. No Dio parla ancora,parla nel nostro tempo e nella nostra storia, siamo noi a non percepire la sua voce, siamo noi che non ci mettiamo in ascolto. Il Signore dorme, no, siamo noi che noi che siamo caduti nel sonno di una fede mediocre o spenta “svegliati tu che dormi e Cristo ti illuminerà”, il Signore non sente no, siamo noi che non percepiamo la presenza e la vicinanza di Dio e per questo non gridiamo :”Signore salvami”
Il Signore non delude chi lo cerca con tutto il cuore e lo prega , Gesù stende la mano a Pietro, uomo di poca fede, stende la mano la mano al paralitico e stende la mano a ciascuno di noi, perché ritroviamo la fede autentica, una fede salda, una fede a prova di uragani.

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