DON ANTONIO

sabato 10 dicembre 2011

La Croce di Cristo, salvezza per il mondo.Catechesi nell’incontro del 12 marzo 2008

Premessa:
Siamo ancora nel contesto della rivelazione dell’amore di Dio, manifestato in Cristo Gesù nel N. T.
Vogliamo in questo incontro approfondire il tema dell’amore di Dio manifestato nella croce di
Cristo, che ha portato la salvezza a tutti gli uomini.
1. Quello che ha sconcertato gli Apostoli (ed anche i discepoli) di Gesù è stato il fatto che
Egli ripetutamente ha annunciato le sue grandi sofferenze, che si sarebbero concluse con una morteingiusta, seguita però dalla risurrezione. Ascoltiamo un brano evangelico, che tutti conosciamo.
[31]E cominciò a insegnar loro che il Figlio dell'uomo doveva molto soffrire, ed essere riprovato
dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare.
[32]Gesù faceva questo discorso apertamente. Allora Pietro lo prese in disparte, e si mise a
rimproverarlo. [33]Ma egli, voltatosi e guardando i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse:
«Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini» (Mc 8, 31 - 33).
Questo testo ci chiarisce un aspetto fondamentale della salvezza operata da Gesù. Essa per
un imperscrutabile disegno di Dio è passata attraverso l’ignominia della croce e la successiva
risurrezione. Questo disegno di Dio non è stato capito dagli Apostoli, come risulta dalla reazione diPietro, riportata nei versetti 32 -33, sopra citati. E’ per questo che quando l’evento della morte si èverificato gli Apostoli sono rimasti profondamente delusi. Non era bastato l’evento della
Trasfigurazione a far loro superare lo scandalo della croce. Ne è prova il fatto che i Vangeli
sottolineano che Gesù Risorto, durante le sue apparizioni, rimprovera gli Apostoli e i discepoli perla loro incredulità:
- Mc 16, 14: Alla fine apparve agli undici, mentre stavano a mensa, e li rimproverò per la loro
incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto
risuscitato.
- Gv 20, 24 – 29: qui è raccontato l’episodio di Tommaso, incredulo, che crede solo dopo aver vistoil Risorto.
- Lc 24, 25s: Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non
bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?».
2. Solamente dopo la Pentecoste gli Apostoli hanno capito questo disegno meraviglioso di
Dio, che hanno annunciato con forza negli Atti degli Apostoli. Ecco alcuni testi:
- Atti 2, 22 – 24:[22]Uomini d'Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nazaret - uomo accreditatoda Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso operò fra di voi peropera sua, come voi ben sapete -, [23]dopo che, secondo il prestabilito disegno e la prescienza diDio, fu consegnato a voi, voi l'avete inchiodato sulla croce per mano di empi e l'avete ucciso.[24]Ma Dio lo ha risuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte, perché non era possibile chequesta lo tenesse in suo potere).
- Atti 3., 12 – 15: [12]Vedendo ciò, Pietro disse al popolo: «Uomini d'Israele, perché vi
meravigliate di questo e continuate a fissarci come se per nostro potere e nostra pietà avessimo
fatto camminare quest'uomo? [13] Il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, il Dio dei nostri
padri ha glorificato il suo servo Gesù, che voi avete consegnato e rinnegato di fronte a Pilato,
mentre egli aveva deciso di liberarlo; [14]voi invece avete rinnegato il Santo e il Giusto, avete
chiesto che vi fosse graziato un assassino [15]e avete ucciso l'autore della vita. Ma Dio l'ha
risuscitato dai morti e di questo noi siamo testimoni).
- Atti 13, 26 – 31: [26]Fratelli, figli della stirpe di Abramo, e quanti fra voi siete timorati di Dio, a
noi è stata mandata questa parola di salvezza. [27]Gli abitanti di Gerusalemme infatti e i loro capinon l'hanno riconosciuto e condannandolo hanno adempiuto le parole dei profeti che si leggonoogni sabato; [28]e, pur non avendo trovato in lui nessun motivo di condanna a morte, chiesero aPilato che fosse ucciso. [29]Dopo aver compiuto tutto quanto era stato scritto di lui, lo deposerodalla croce e lo misero nel sepolcro. [30]Ma Dio lo ha risuscitato dai morti [31]ed egli è apparsoper molti giorni a quelli che erano saliti con lui dalla Galilea a Gerusalemme, e questi ora sono isuoi testimoni davanti al popolo).
3. In questo contesto del disegno prestabilito di Dio hanno scoperto il legame tra alcuni testi
del V. T. e quelli del N. T., relativi alla missione di Cristo, Salvatore del mondo. Tra i tanti brani
possiamo ricordare il 4° canto del Servo di Javhé (Is 53) ed il cap. 4 degli Atti, in cui si fa richiamo
al Salmo 118.
(Atti cap. 4)
[8]Allora Pietro, pieno di Spirito Santo, disse loro: «Capi del popolo e anziani, [9]visto che oggi
veniamo interrogati sul beneficio recato ad un uomo infermo e in qual modo egli abbia ottenuto lasalute, [10]la cosa sia nota a tutti voi e a tutto il popolo d'Israele: nel nome di Gesù Cristo il
Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi sano e
salvo. [11]Questo Gesù èla pietra che, scartata da voi, costruttori,è diventata testata d'angolo. (citazione di Sal 118, 22).
Quanto sopra riportato getta una luce potente sulla nostra vita. Per questo tutto quello
che ci capita di doloroso o di non gradito va interpretato alla luce della croce di Cristo: è
specchiandoci in Lui, che scopriamo di essere chiamati a completare quello che manca alla
passione di Cristo (cfr Col 1, 24)
Sviluppo della teologia della croce.
4. Nel capitolo IV della lettera ai Romani S. Paolo, parlando della fede di Abramo, afferma
che essa gli fu accreditata come giustizia; e questo non solo per lui, ma anche per noi “che crediamoin colui che ha risuscitato dai morti Gesù nostro Signore, [25]il quale è stato messo a morte per inostri peccati ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione (Rom 4, 23-25).
Qui si afferma con chiarezza che per la morte e la risurrezione di Cristo noi siamo
giustificati, cioè siamo resi giusti, santi, non in virtù delle opere, ma in virtù della fede. Così pure inRom 5: [1]Giustificati dunque per la fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostroGesù Cristo; [2]per suo mezzo abbiamo anche ottenuto, mediante la fede, di accedere a questagrazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio. Tuttavia bisognaprecisare che la fede e le opere devono andare insieme, perché la fede senza le opere è morta (cfrGc 2, 17).
5. Dato che Gesù era morto in obbedienza alla volontà del Padre, la sua croce fu salutata
come la manifestazione eminente dell’amore di Dio e come lo strumento effettivo della sapienza edella potenza divina nell’opera della riconciliazione dell’uomo con Dio.
- Rom 5, 19: Similmente, come per la disobbedienza di uno solo tutti sono stati costituiti peccatori,
così anche per l'obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti.
- Fil 2, 8: [8]umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. [9]Per
questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome;
- Eb 10, 4ss: [4]poiché è impossibile eliminare i peccati con il sangue di tori e di capri. [5]Per
questo, entrando nel mondo, Cristo dice: Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece
mi hai preparato. [6] Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. [7] Allora ho detto:
Ecco, io vengo - poiché di me sta scritto nel rotolo del libro - per fare, o Dio, la tua volontà.
- Rom 5, 6ss: [6]Infatti, mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo morì per gli empi nel tempo
stabilito. 7]Ora, a stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto; forse ci può essere chi hail coraggio di morire per una persona dabbene. [8]Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi
perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.
- Rom 8, 31 - 34: [31]Che diremo dunque in proposito? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?
[32]Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà
ogni cosa insieme con lui? [33]Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio giustifica. [34]Chi condannerà?
Cristo Gesù, che è morto, anzi, che è risuscitato, sta alla destra di Dio e intercede per noi?
6. Gesù Cristo Risorto, colui che è il Vivente, e siede alla destra del Padre ed intercede per
noi: Egli è la nostra salvezza. Non è un ideale, una dottrina, un insegnamento morale, un insieme diriti, ma è una persona viva, un uomo con la sua finitezza umana, ma nello stesso tempo Dio. E’
l’incontro personale con Lui che ci salva, cioè ci guarisce da ogni male, ci risana. Questo avviene
attraverso il dono dello Spirito e si manifesta come vita nuova: Egli vive in noi e noi in Lui.
Ognuno di noi può dire con l’Apostolo Giovanni:
[1]Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri
occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo dellavita [2] (poiché la vita si è fatta visibile, noi l'abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e viannunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi),[3]quello che abbiamoveduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo. Non siamo più schiavi del peccato, ma siamo riempiti di Grazia, siamo figli di Dio: possiamo gridare a Dio: “Abbà, Padre!” (1Gv 1, 1-3).
7. Questa salvezza, però, non ha eliminato il dolore, e nemmeno la morte, ma è un aiuto
potente per camminare nella fede: è una strada, in cui noi possiamo valorizzare al massimo il dono della libertà dell’intelligenza e della volontà. Sì, perché la fede non ci dispensa dall’impegno di costruire la nostra storia, prendendo in mano la nostra esistenza con gli stessi problemi degli altri uomini, ma ci dona una “forza” ed una “luce” che operano dentro di noi. Percepiamo così la nostra storia concreta come storia di salvezza che Dio realizza in noi, diventando annuncio di speranza e di salvezza anche per gli altri uomini. In parole più semplici possiamo dire che Dio cammina con noi e noi con Lui per costruire un mondo nuovo (“i cieli nuovi e la terra nuova” di cui parla l’Apocalisse
– cap. 21), in attesa del compimento definitivo della storia, in cui Dio “sarà il ‘Dio-con-loro’. E
tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate” (cfr Ap 21, 3s).
Domande per la revisione di vita:
1. Avvicinandoci alla Pasqua siamo chiamati a tenere gli occhi fissi su Gesù Crocifisso,
perché noi, specchiandoci in lui, vediamo illuminata la nostra storia. Riesci tu a vedere
nei fatti concreti della tua vita l’opera di salvezza che Dio sta compiendo in te?
2. Hai capito che la vita cristiana, con l’esperienza della salvezza, consiste non in una
serie di riti o pratiche religiose, ma in un rapporto personale di amicizia e di
comunione con Cristo, che è il Risorto, il Vivente in mezzo a noi?
La Croce di Cristo, salvezza per il mondo (forma lunga)
Incontro formativo: 12 marzo 2008
Premessa:
Siamo ancora nel contesto della rivelazione dell’amore di Dio, manifestato in Cristo Gesù nel N. T.
Vogliamo in questo incontro approfondire il tema dell’amore di Dio manifestato nella croce di
Cristo, che ha portato la salvezza a tutti gli uomini.
Quello che ha sconcertato gli Apostoli (ed anche i discepoli) di Gesù è stato il fatto che Egli
ripetutamente ha annunciato le sue grandi sofferenze, che si sarebbero concluse con una morte
ingiusta, seguita però dalla risurrezione. Ascoltiamo un brano evangelico, che tutti conosciamo.
[31]E cominciò a insegnar loro che il Figlio dell'uomo doveva molto soffrire, ed essere riprovato
dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare.
[32]Gesù faceva questo discorso apertamente. Allora Pietro lo prese in disparte, e si mise a
rimproverarlo. [33]Ma egli, voltatosi e guardando i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse:
«Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini» (Mc 8, 31 - 33).
Questo testo ci chiarisce un aspetto fondamentale della salvezza operata da Gesù. Essa per un
imperscrutabile disegno di Dio passa attraverso l’ignominia della croce e la successiva risurrezione.
Questo disegno di Dio non è stato capito dagli Apostoli, come risulta dalla reazione di Pietro,
riportata nei versetti 32 -33, sopra citati. E’ per questo che quando l’evento della morte si è
verificato gli Apostoli sono rimasti profondamente delusi. Non era bastato l’evento della
Trasfigurazione a far loro superare lo scandalo della croce. Ne è prova il fatto che i Vangeli
sottolineano che Gesù Risorto, durante le sue apparizioni, rimprovera gli Apostoli e i discepoli per la loro incredulità:
- Mc 16, 14: Alla fine apparve agli undici, mentre stavano a mensa, e li rimproverò per la loro
incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto
risuscitato.
- Gv 20, 24 – 29: Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne
Gesù. [25]Gli dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro:
«Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò». [26]Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse:«Pace a voi!». [27]Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». [28]Rispose Tommaso:
«Mio Signore e mio Dio!». [29]Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che
pur non avendo visto crederanno!».
- Lc 24, 25s: Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non
bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?».
Solamente dopo la Pentecoste gli Apostoli hanno capito questo disegno meraviglioso di Dio, che
hanno annunciato con forza negli Atti degli Apostoli. Ecco alcuni testi:
- Atti 2, 22 – 24:[22]Uomini d'Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nazaret - uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso operò fra di voi per opera sua, come voi ben sapete -, [23]dopo che, secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, fu consegnato a voi, voi l'avete inchiodato sulla croce per mano di empi e l'avete ucciso.
[24]Ma Dio lo ha risuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere).
- Atti 3., 12 – 15: [12]Vedendo ciò, Pietro disse al popolo: «Uomini d'Israele, perché vi
meravigliate di questo e continuate a fissarci come se per nostro potere e nostra pietà avessimo
fatto camminare quest'uomo? [13] Il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, il Dio dei nostri
padri ha glorificato il suo servo Gesù, che voi avete consegnato e rinnegato di fronte a Pilato,
mentre egli aveva deciso di liberarlo; [14]voi invece avete rinnegato il Santo e il Giusto, avete
chiesto che vi fosse graziato un assassino [15]e avete ucciso l'autore della vita. Ma Dio l'ha
risuscitato dai morti e di questo noi siamo testimoni).
- Atti 13, 26 – 31: [26]Fratelli, figli della stirpe di Abramo, e quanti fra voi siete timorati di Dio, a
noi è stata mandata questa parola di salvezza. [27]Gli abitanti di Gerusalemme infatti e i loro capi non l'hanno riconosciuto e condannandolo hanno adempiuto le parole dei profeti che si leggono ogni sabato; [28]e, pur non avendo trovato in lui nessun motivo di condanna a morte, chiesero a Pilato che fosse ucciso. [29]Dopo aver compiuto tutto quanto era stato scritto di lui, lo deposero dalla croce e lo misero nel sepolcro. [30]Ma Dio lo ha risuscitato dai morti [31]ed egli è apparso per molti giorni a quelli che erano saliti con lui dalla Galilea a Gerusalemme, e questi ora sono i suoi testimoni davanti al popolo).
In questo contesto del disegno prestabilito di Dio hanno scoperto il legame tra alcuni testi del V. T. e quelli del N. T., relativi alla missione di Cristo, Salvatore del mondo. Tra i tanti brani cito il 4°
canto del Servo di Javhé (Is 53) ed il cap. 4 degli Atti, in cui si fa richiamo al Salmo 118.
(Isaia cap. 53)
[3]Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davantial quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. [4]Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. [5]Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dá salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. [6]Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l'iniquità di noi tutti. [7]Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la
sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e
non aprì la sua bocca. [8]Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo; chi si affligge per
la sua sorte? Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi, per l'iniquità del mio popolo fu percosso a
morte. [9]Gli si diede sepoltura con gli empi, con il ricco fu il suo tumulo, sebbene non avesse
commesso violenza né vi fosse inganno nella sua bocca. [10]Ma al Signore è piaciuto prostrarlo
con dolori. Quando offrirà se stesso in espiazione, vedrà una discendenza, vivrà a lungo, si
compirà per mezzo suo la volontà del Signore. [11]Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce e si
sazierà della sua conoscenza; il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà la loro
iniquità. [12]Perciò io gli darò in premio le moltitudini, dei potenti egli farà bottino, perché ha
consegnato se stesso alla morte ed è stato annoverato fra gli empi, mentre egli portava il peccato dimolti e intercedeva per i peccatori.(Atti cap. 4)
[8]Allora Pietro, pieno di Spirito Santo, disse loro: «Capi del popolo e anziani, [9]visto che oggi
veniamo interrogati sul beneficio recato ad un uomo infermo e in qual modo egli abbia ottenuto la salute, [10]la cosa sia nota a tutti voi e a tutto il popolo d'Israele: nel nome di Gesù Cristo il
Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi sano e
salvo. [11]Questo Gesù è la pietra che, scartata da voi, costruttori,
è diventata testata d'angolo. (citazione di Sal 118, 22)
Sviluppo della teologia della croce.
Nel capitolo IV della lettera ai Romani S. Paolo, parlando della fede di Abramo, afferma che essa
gli fu accreditata come giustizia; e questo non solo per lui, ma anche per noi “che crediamo in colui che ha risuscitato dai morti Gesù nostro Signore, [25]il quale è stato messo a morte per i nostri peccati ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione (Rom 4, 23-25).
Qui si afferma con chiarezza che per la morte e la risurrezione di Cristo noi siamo giustificati, cioè siamo resi giusti, santi, non in virtù delle opere, ma in virtù della fede. Così pure in Rom 5:
[1]Giustificati dunque per la fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù
Cristo; [2]per suo mezzo abbiamo anche ottenuto, mediante la fede, di accedere a questa grazia
nella quale ci troviamo e ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio. Tuttavia bisogna precisare
che la fede e le opere devono andare insieme, perché la fede senza le opere è morta (cfr Gc 2, 17).
Dato che Gesù era morto in obbedienza alla volontà del Padre ( Rom 5, 19; Fil 2, 8; Eb 10, 4ss), la
sua croce fu salutata come la manifestazione eminente dell’amore di Dio (Rom 5, 6ss; 8, 32ss) e
come lo strumento effettivo della sapienza e della potenza divina nell’opera della riconciliazione
dell’uomo con Dio.
(Romani cap. 5)
18]Come dunque per la colpa di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche
per l'opera di giustizia di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione che dá vita.
[19]Similmente, come per la disobbedienza di uno solo tutti sono stati costituiti peccatori, così
anche per l'obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti.
(Isaia cap. 53)
[11]Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce e si sazierà della sua conoscenza; il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà la loro iniquità.
(Filippesi cap. 2)
[8]umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. [9]Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome;
(Ebrei cap. 10)
[4]poiché è impossibile eliminare i peccati con il sangue di tori e di capri. [5]Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice:
Tu non hai voluto né sacrificio né offerta,
un corpo invece mi hai preparato.
[6] Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato.
[7] Allora ho detto: Ecco, io vengo
- poiché di me sta scritto nel rotolo del libro - per fare, o Dio, la tua volontà.
(Romani cap. 5)
[6]Infatti, mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo morì per gli empi nel tempo stabilito. 7]Ora,
a stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto; forse ci può essere chi ha il coraggio di
morire per una persona dabbene. [8]Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre
eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.
(Romani cap. 8)
[31]Che diremo dunque in proposito? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? [32]Egli che non ha
risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui? [33]Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio giustifica. [34]Chi condannerà? Cristo Gesù, che è
morto, anzi, che è risuscitato, sta alla destra di Dio e intercede per noi?
Gesù Cristo Risorto, colui che è il Vivente, e siede alla destra del Padre ed intercede per noi: Egli è la nostra salvezza. Non è un ideale, una dottrina, un insegnamento morale, un insieme di riti, ma è una persona viva, un uomo con la sua finitezza umana, ma nello stesso tempo Dio. E’ l’incontro personale con Lui che ci salva, cioè ci guarisce da ogni male, ci risana. Questo avviene attraverso il dono dello Spirito e si manifesta come vita nuova: Egli vive in noi e noi in Lui. Ognuno di noi può dire con l’Apostolo Giovanni:
(1Giovanni cap. 1)
[1]Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita [2] (poiché la vita si è fatta visibile, noi l'abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi
annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi), [3]quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo.
Non siamo più schiavi del peccato, ma siamo riempiti di Grazia, siamo figli di Dio: possiamo
gridare a Dio: “Abbà, Padre!”
Questa salvezza, però, non ha eliminato il dolore, e nemmeno la morte, ma è un aiuto potente per camminare nella fede: è una strada, in cui noi possiamo valorizzare al massimo il dono della libertà dell’intelligenza e della volontà. Sì, perché la fede non ci dispensa dall’impegno di costruire la
nostra storia, prendendo in mano la nostra esistenza con gli stessi problemi degli altri uomini, ma ci dona una “forza” ed una “luce” che operano dentro di noi, facendoci percepire la nostra storia
concreta come storia di salvezza che Dio realizza in noi, ma che diventa annuncio di speranza e di
salvezza anche per gli altri uomini. In parole più semplici possiamo dire che Dio cammina con noi e
noi con Lui per costruire un mondo nuovo (“i cieli nuovi e la terra nuova” di cui parla l’Apocalisse
– cap. 21), in attesa del compimento definitivo della storia, in cui Dio “sarà il ‘Dio-con-loro’. E
tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché
le cose di prima sono passate” (cfr Ap 21, 3s).

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